mercoledì 14 novembre 2012

Catastrofi, i Maya siamo noi di Anna Lombroso

Catastrofi, i Maya siamo noiPer restare nel solco dei poeti che hanno cantato l’Italia bella, cementificazione fa rima con speculazione. E la speculazione, l’abusivismo, la tolleranza dell’illegalità che sconfina nella corruzione danno luogo all’indifferenza  e al rifiuto delle responsabilità del buon governo. Ma l’inclinazione al laissez faire, Venezia ne è diventata il luogo simbolico, non nasconde solo inadeguatezza e incapacità, ostenta invece il perverso disegno che ha connotato e connota il susseguirsi dei governi nazionali e locali, quello di far deteriorare i problemi fino a farli diventare crisi da fronteggiare con un sistema di emergenza fatto di licenze, leggi speciali, commissariamenti, deleghe in bianco, in modo che dietro alla cortina dell’urgenza improrogabile, tutto sia legittimo fino a  diventare legale, tutto sia permesso fino a diventare desiderabile, perché il disordine e l’inosservanza delle regole facilita arricchimenti opachi e profitti veloci e oscuri, spalleggiati da produzioni normative ad hoc, come nel caso delle misure speciali per una Protezione Civile, dinamica macchina d’affari

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