lunedì 23 giugno 2014

Ci vuole coraggio. Davvero. Per avere una faccia tosta come quella di Luigi Di Maio. Perché se il capogruppo al Senato M5S Buccarella assieme a 10 senatori grillini presenta un emendamento per ristabilire l’immunità parlamentare forse significa che non c’è nulla di cui indignarsi. Forse non è un “oltraggio ai cittadini italiani”. Magari serve semplicemente ad evitare che - come insegnava Montesquieu qualche secolo fa - un potere dello Stato (quello legislativo) sia attaccabile o subordinato ad un altro (quello giudiziario). Una parolina la vorrei dire anche a Paolo Romani (Forza Italia) il quale oggi sui giornali ha dichiarato che l’immunità “a noi non interessa, non abbiamo mai sollevato il problema”. Eppure potete leggere da soli i firmatari degli emendamenti volti a ristabilire l’immunità: c’è anche il nome di Paolo Romani. Per me questo è un modo di fare politica, subdolo, falso, senza dignità, tutto orientato al protagonismo personale piuttosto che all’interesse comune. Anche perché il problema vero sta a monte. Non dobbiamo togliere l’immunità per poter perseguire parlamentari corrotti. Dobbiamo evitare che persone corrotte entrino in Parlamento. Che è tutta un’altra storia. Quella che il nuovo PD si sta impegnando a scrivere con le riforme delle Istituzioni. (cit.: Aldo Monaco )

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