Ricordiamoci di chi vanta come gloria nazionale un’industria che è diventata una fabbrica di indegne cancellazioni di garanzie, libertà e diritti, ma soprattutto di annientamento del lavoro, della competenza, dell’innovazione, della ricerca e della tecnologia, e di chi indica come manager esemplare un dirigente che ha come unico obiettivo l’arricchimento degli azionisti, l’accrescimento della liquidità anche sfruttando i fondi previdenziali e sanitari delle maestranze, in modo che approfittarsi sia doppio e ancora più sfrontato.
Ricordiamoci di chi ha lasciato soli i lavoratori e anche i magistrati che ne difendevano i diritti, in modo che fossimo tutti più soli davanti all’ingiustizia.
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