martedì 22 gennaio 2013

Colosseo, ab urbe recondita di Anna Lombroso

Colosseo, ab urbe recondita «

Proprio nei giorni scorsi è stata ricordata un figura leggendaria eppure rimossa, quell’Ernesto Nathan, personalità estemporanea e anomala, sindaco ebreo, massone e molto mazziniano giustamente definito un incidente eretico lungo una vicenda cittadina costantemente caratterizzata dalla subalternità alla rendita e alla speculazione, e connotata dalla subordinazione al comando vaticano, quello più temporale che spirituale. Unico, salvo le più prudenti parentesi delle giunte rosse tra gli anni settanta e ottanta, con i sindaci Argan, Petroselli e Vetere, a cercare di fronteggiare e contrastare il sistema rapace di potere capitolino. Parentesi eroiche, ma inani, se oggi Roma è l’allegoria dell’avvitarsi della storia sul perenne conflitto tra potere della proprietà, del profitto, del mercato e sfruttati, cittadini, popoli espropriati di beni e diritti. Eppure le differenze ci sono eccome, se mettiamo a confronto il tenace programma di estensione del sistema scolastico comunale sviluppato da Nathan alla demolizione della scuola pubblica odierna, o la lungimiranza delle politiche urbanistiche di cent’anni fa, con la consegna della città “moderna” a immobiliaristi e finanzieri, potentati politici e faccendieri d’ogni categoria. 

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