L’Europa dei neuroburocrati:
Povero Jean Monnet, sembra dire Enzensberger, allora si aveva a che fare col carbone e con l’acciaio, con l’economia reale, con il sogno visionario di una superpotenza unita da vincoli di solidarietà, mentre oggi abbiamo a che fare con un”branco di polli impazziti” alle prese con i fantasmi che essi stessi hanno evocato, con una bancarotta che hanno contribuito a avviare, con l’impotenza a immaginare come uscirne.
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