Le notti dei lunghi bordelli:
Non piango sulla fine del Pd, come non ho gioito alla sua nascita, quando nel “mausoleo” del lavoro, cacciato in soffitta insieme a ideali e lotte, ridotto a stanca memoria come i diritti, venne rotto volontariamente il patto, non con i militanti, non con gli elettori, ma con i cittadini, sequestrando le facoltà decisionali nelle mani della dirigenza per traslato, dell’esecutivo, interrompendo, insieme alla comunicazione, umiliando la partecipazione, intercettando i flussi, anche quelli finanziari, così da sgretolare l’edificio organizzativo, i luoghi, le piazze, gli appuntamenti quelli del ragionare insieme e del riconoscimento, promuovendo la rappresentazione al posto della rappresentanza.
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