lunedì 23 aprile 2012

Milanese, da Tremonti a Monti, ma l’etica è sottoterra «

Lo sdoganamento istituzionale di Milanese a pochi mesi dall’aborto parlamentare della sua richiesta di arresto è stato duramente criticato da Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Il problema viene così liquidato da Iole Santelli: «a noi appartiene un altro stile, e quindi non speculiamo con attacchi personali».
Che sia stile è da discutere: è una prassi diffusa, consolidata, pervicace, che induce a identificare la responsabilità politica con la sola sentenza di condanna, senza zone grigie di inopportunità. Più che di stile, è il caso di parlare di imprinting: lo stesso che trasforma gli inquisiti del Pdl in vittime di persecuzioni giudiziarie, che porta i Formigoni (im)penitenti a dire che il cibo dei faccendieri non è reato, che spinge il presidente del Popolo delle Libertà a parlare di innocue gare di burlesque come elegante passatempo serale tra camerieri in livrea e orchestrine cantanti. È lo stesso meccanismo che ha generato le leggi ad personam, spingendo ancora per una riforma della corruzione che spieghi i suoi effetti sul processo Ruby. E nulla è cambiato rispetto all’era dell’Utilizzatore finale.

Milanese, da Tremonti a Monti, ma l’etica è sottoterra «

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