venerdì 3 febbraio 2012

R-ESISTENZA: I piccoli schiavi nella stiva della nave

Temo che però non sapremo mai, se sia vero oppure no, che come altre navi di molto tempo fa, anche la Concordia conserva il suo carico di schiavitù nel ventre. Forse non verranno nemmeno più cercati quei corpi che probabilmente nemmeno esisteranno sulle liste ufficiali, di passeggeri o personale. E poi immagino che quelle vite non siano italiane, tedesche, americane o giapponesi. Le immagino vite così, di quelle che non importa a nessuno, di quelle vite nate per soffrire e per faticare. Quelle vite che non si annoieranno mai con un lavoro monotono, sempre uguale e ben retribuito.

Dicono che in fondo non c’è nulla di strano.

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