giovedì 16 febbraio 2012

In una nazione dove l'attività motoria è lasciata al caso, l'attività fisica nella scuola primaria alle maestre e l'attività nelle palestre a chiunque, avere le Olimpiadi sarebbe davvero una forzatura. Cogliamo l'occasione e ripartiamo dalla base.
Roma 2020 scompare in una bolla di un sogno interrotto. Ma un sogno ha una emozione, una visione, una fantasia da cogliere e mantenere.

Dov'era il sogno di Roma 2020? Di sprechi e cattedrali nel deserto dai tempi di Italia 90 se ne è parlato a sufficenza, e non è normale aggiungere altro.

Giusto lo sdegno. Ma quale è il sogno di una nazione che vorrebbe le Olimpiadi? Nei tempi passati l'atleta era un valoroso, colui che compiva gesta esemplari e che il popolo voleva emulare. E che ha portato i valori del fair play alla base dei valori della civiltà.

Ma chi è, nel 2012, lo sportivo in Italia? Abbiamo raggiunto in questo campo il valore più basso del mondo, e nell'opinione pubblica lo sportivo è colui che "segue" lo sport. Meglio se ha almeno due card satellitari.

Questa è la nazione che vorrebbe portare i valori delle Olimpiadi?
Una nazione che fa crescere i propri bambini dimenticandosi che nel movimento c'è l'essenza della vita.
Una nazione che lascia che nella scuola dell'infanzia, e poi nella scuola primaria, le attività motorie siano relegate ad una ora settimanale, proposta da maestre.

Quando la stessa Italia ha creato fior di professionisti, i laureati in scienze motorie, che potrebbero valorizzare le capacità dei bambini per farli crescere con altri valori, stili di vita e capacità motorie. Ma che non hanno ancora una legge di tutela.

E' questa l'Italia che si merita le Olimpiadi? E' questa la nazione che lascia che le palestre, fortuna non tutte, possano lavorare sulla prevenzione della salute, senza che ci siano professionisti della salute a definire le attività fisiche?

Una nazione che non capisce che la società, la nostra società, va verso una vita priva di movimento e densa di nuove patologie non può organizzare una Olimpiade. Abbiamo ora una grande occasione, ripartiamo da zero.
Creiamo una nuova cultura dello sport, partendo dalle attività motorie per tutta la popolazione.

Creando una società più sana, e non solo nel corpo, un domani i nostri figli le Olimpiadi se le saranno meritate.
E sportivi lo saranno tutti davvero, ma senza card. Avranno invece tutto quello che lo sport gli avrà regalato. Benessere e salute.

Gian Mario Migliaccio Dottore di ricerca in scienze dello sport

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