Non ci sono più le colonne d’Ercole, ma ci sono i lager, le zattere dei naufraghi, i campi ai margini delle città, aree degradate, “dedicate” e recintate, in cui conferire e confinare i rifiutati come in discariche.
Non si tratta di due livelli di cittadinanza: da una parte noi democraticamente garantiti, dall’altra i senza diritti, quelli che sono soggetti giuridici solo per essere colpiti dalla pena o per osservare doveri e leggi. Peraltro temuti, commercialmente pericolosi, “inquinanti” perché hanno altre voci, altri colori, altri cibi, altri dei.
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