mercoledì 23 maggio 2012

In gita sociale a Palermo

Sono andati a Palermo, sono gli unici a pensare ancora  - si è persuasa perfino la Lega che non è così -  che la criminalità economica  sia quella della mafia, dei padrini, di quelle stragi “griffate” secondo un codice di uomini d’onore. Che sia un fenomeno di quel Sud che da anni hanno abbandonato a una  disperazione non più temperata dall’assistenzialismo, consegnato alle opache alleanze di amministratori pubblici, imprenditori e malavita. Sono rimasti loro a pensare che la crisi si risolva imponendo rigore a chi  è imputato di aver vissuto al di sopra delle possibilità, quando ci sono territori nei quali si poteva contare solo su protezioni criminali, quando l’emancipazione poteva venire solo dal lavoro, dall’equità, dalla libertà al posto della condanna a dipendere dal malaffare, dalla morte, dalla schiavitù.

In gita sociale a Palermo:

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