giovedì 15 marzo 2012

I pataccari del welfare «

I pataccari del welfare «: "In tutti i casi citati lo stato si fa carico di eventuali  corsi di aggiornamento e adeguamento professionale in alcuni casi, come quello della Germania, pagando le spese anche se le nuove competenze richiedono di essere acquisite  all’estero. Quindi anche senza citare i casi welfare ricchissimi come quelli di Svezia e Norvegia, questo piccolo quadro ci dice alcune cose importanti: la prima è che comunque i lavoratori vengono considerati come una risorsa. La seconda è che il welfare  si basa su tre gambe, senza le quali non può essere in equilibrio e svolgere le sue funzioni. La prima gamba è quella assicurativa-contributiva variamente pagata da lavoratori e aziende ( ma in molti Paesi non obbligatoria) che interviene con i sussidi temporanei. Poi c’è quella  ”dedicata” alla reimmissione nel lavoro e che comprende oltre ai servizi di ricerca, tutta la filiera della riqualificazione e infine c’è quella assistenziale generale che si occupa delle aree di povertà o di esclusione tradizionali, ma che oggi riguarda molti lavoratori espulsi in età matura"

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