domenica 3 maggio 2015

SE QUESTA È RIVOLUZIONE di Rita Pani


“Un’efficace politica dell’ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti”. [ Francesco Kossiga ]
Quindi mi perdonerete se rido, di fronte a chi oggi ingenuamente si domanda come mai, tutti inneggino alla rivoluzione, ma tutti oggi condannano gli atti di Milano. Confondere la guerriglia di stato con la rivoluzione, è come credere davvero che al governo ci sia un partito politico. Che sia tutto una cosa seria, che … insomma, per farla breve, riduttiva e volgarmente semplice: sarebbe come scambiare la merda per Nutella.
Quindi certo che sarebbe da sputare in faccia un cretino che riduce il tutto ad “un paio di fighetti figli di papà”, ma probabilmente è anche vero che – come da tempo temo – in tutto il marasma, si sia perso anche il senso della Rivoluzione. Termine abusato, masticato e sputato da chiunque abbia voluto votarsi al più banale populismo, dal leghista nazista, al giullare idiota, al vecchio erotomane debosciato.
Forse non tutti sanno che la “Rivoluzione non è un pranzo di gala” – ennesima citazione –
La Rivoluzione abbatte la classe dirigente, e l’abbatte con violenza. Il rivoluzionario ha bene in mente chi sia il nemico da abbattere. Abbattere, per poterlo battere.
La Rivoluzione è studiata, guidata, pensata, sentita, elaborata, violenta, sanguinaria. La Rivoluzione è una guerra di liberazione.
Le banche saranno del popolo dopo che il popolo avrà combattuto la sua guerra, la sua Rivoluzione. A Mc Donalds sarà vietato vendere le sue porcherie dopo che si sarà vinta la guerra. Le auto parcheggiate sì, potranno anche essere danneggiate, nel caso ci fosse una guerra.
La vetrina di una banca ammaccata che danno sarebbe? E le vetrine delle multinazionali? Siamo più liberi oggi di non alimentarci di merda, perché a Milano hanno rotto una vetrina?
Vorrei citare ancora Kossiga – per chi di lui e di quelli come lui nulla sanno e non comprendono l’ulteriore critico sconforto – ma non mi regge lo stomaco. E allora domando: “Perché mai in Italia la polizia spacca la testa degli operai, ma non spacca la testa del black bloc?” Perché hanno manganellato sempre e soltanto chi in piazza scendeva davvero per dimostrare la contrarietà contro il sopruso, ma assiste e attende addirittura al cambio d’abiti del rivoluzionario de noantri?
Il 5 maggio prossimo ci saranno molte manifestazioni in tutta Italia. E’ la scuola devastata a scendere in piazza. La definitiva abrogazione della libertà d’accesso all’istruzione è il prossimo passo di questo infame Stato che volge al regime. Bisognava spaventare quelle donne e quelli uomini, quei ragazzi che saranno con loro nelle piazze. Urgeva far passare la voglia di protestare.
La Rivoluzione è una cosa serissima. Abbiatene rispetto.
Rita Pani (APOLIDE)



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